Quello che c’è ..

Tra te e me c’è la distanza che si interpone tra la calamita e la superficie di ferro sulla quale si attaccherà. C’è quel breve lasso di tempo e spazio che precede l’atterraggio del paracadutista su quel terreno che gli sembrava lontano anni luce. C’è quell’attimo che scorre poco prima di toccare l’acqua dopo un lancio dal trampolino.
Tra te e me ci passa un filino d’erba, un soffio d’alito, un sospiro. Tra me e te c’è lo spazio vitale di una cellula nervosa. C’è posto per disegnare un puntino, per suonarci una nota. Tra te e me c’è l’insostenibile leggerezza dell’essere. C’è la vita di un moscerino, una piccola voglia alla fragola, l’unione che avvicina l’anello al dito che lo indosserà. Tra te e me ci siamo tu e io. Tra me e te ci sono, attaccate le une alle altre, cinque lettere eloquenti  che hanno forma e contenuto che solo noi sappiamo. Tra me e te c’è spazio solo per una parola..Amore.

Published in: on 28 giugno 2010 at 19:52  Lascia un commento  

Lettera aperta

Cara Claudia,

qualche colpo di spazzola e un pò di ore passate a guardare fuori la finestra ed eccoti qui che è arrivato il tuo 25esimo compleanno. Non ci avresti scommesso nemmeno un centesimo che ti avrebbe colto impreparata e poco incline all’umana rassegnazione, eppure sei qui che attendi inesorabilmente la data che ha segnato il tuo inizio, che ha sentenziato tu fossi del Gemelli e che, pur senza nessun tipo di autorizzazione a  procedere, ha deciso che tu saresti stata quella che sei oggi.

Un quarto di secolo, osano chiamare questo traguardo, chi per noia chi per diletto. Quel 25 che di ‘urbinate memoria’ ti ricorda che simboleggia il numero dell’amicizia, ripetuto per tre volte e con un’intonazione simil veneta, ti suggerisce che hai l’età di tua madre quando disse sull’altare “Si, lo voglio” e ti spalanca gli occhi su un fatto inaccettabile, sull’inevitabile constatazione che anche Campanellino festeggia compleanni.

Ma per caso ti viene da pensare a cosa è successo in 25 anni? Cosa avrai mai potuto combinare in tutto questo tempo? Certe cose le sai solo tu, altre sono di dominio pubblico, e altre ancora le condividi con la tua “adorata” famiglia (ti cito liberamente) o con le tue amiche, quelle di sempre, quelle d’infanzia, quelle di scuola, quelle di una stagione, quelle di un posto chiamato “Paese dei Balocchi”, quelle che ormai sono tue sorelle e non immagineresti la tua vita senza. Certo che di cose ne hai fatte, ne hai viste, ne hai dette. “E quanti mascalzoni hai conosciuto, e quanta gente, e quante volte hai chiesto aiuto ma non ti è servito a niente”, (ti cito anche chi ti ha reso la vita migliore, il De Gregori dei tuoi 20 anni).

Se posso permettermi, farei un pò di conti, così perchè in un modo o in un altro dovremmo pur celebrare questa data, unendo un pò di ricordi all’asettica lista della spesa che, seppure fredda e distaccata, è sempre utile e pronta a riempire vuoti di memoria improvvisi. Dunque…

Hai rotto il braccio quando avevi solo 5 anni e già a quei tempi il fattore psicologico ti fece guarire più tardi del previsto. Hai avuto più di 30 barbie e una casa da far invidia a tutte le victims della biondona americana. Hai imparato ad andare in bici nel cortile di casa tua e a fare canestro da tre punti. Hai scritto all’incirca una decina di diari segreti e ancora oggi custodisci il libro nero nel cassetto del comodino. Hai letto decine e decine e decine e decine e decine di libri ma ti ricordi ancora che il primo è stato Pinocchio di Collodi. Hai ballato un’infinità di volte, sia da sola che davanti agli occhi curiosi del pubblico del Teatro Comunale di Caserta. Hai anche pianto innumerevoli volte, sia per paura che per rabbia, sia per dispiacere che per debolezza, a volte chiusa in camera, altre sotto occhi amici e nemici. Hai fatto cose buffe, scherzi infami, sciocchezze, passi falsi. Hai fumato una sigaretta con la tua migliore amica. Ti sei ubriacata fino a svenire o vomitare, sei andata via da casa per due anni, te la sei cavata in situazioni di pericolo e disagio. Hai un diploma e due lauree e adesso ti gongoli scrivendo per Il Mattino, ti fai il sangue amaro e ti senti soddisfatta lo stesso. Hai sempre lo stesso sogno da quando un giorno leggesti un articolo di Indro Montanelli su Il Sole 24 ore, oggi il tuo nome e quello che scrivi sono pubblicati sul giornale più venduto al Sud. Hai cominciato poco più che 18enne a metterti alla prova e oggi metti in bella mostra il tuo tesserino da giornalista. Hai portato qualsiasi taglio di capelli e fatto ogni tipo di make up, hai indossato ben quattro montature di occhiali ed hai imparato a mettere le lentine. Hai dato il primo bacio a 13 anni e ti sei innamorata sempre. Hai avuto più delusioni tu che la Liz Taylor, hai provato lo sconforto, l’abbandono e la solitudine. Hai anche avuto momenti epici, da romanzi Harmony, da letteratura rosa, da soap opera sudamericana.

Hai formulato teorie esistenziali, hai cementificato convinzioni e modi di pensare, hai costruito muri insormontabili per difenderti e ascoltato canzoni per abbatterli. Hai guardato tramonti stringendoti tra le braccia e hai aperto gli occhi anche quando non volevi aprirli, per un motivo o per un altro. Hai sentito il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il vento che ti scompiglia le idee, il tuo cane che abbaia ad uno sconosciuto. Hai difeso, quando avevi il coraggio, le persone a te care e attaccato in silenzio chi voleva metterti i piedi in testa. Hai mangiato quello che hai cucinato tu. Hai fatto essiccare una piantina senza volerlo. Hai rotto qualunque aggeggio dal sapore meccanico e tecnologico, hai montato video su video, hai fotografato chiunque e qualsiasi cosa.

Poi di colpo un giorno tutte le tue certezze da quasi venticinquenne ti sono sfuggite di mano. Hai cercato di afferrarle facendone una collana di perle. E nel momento in cui eri sicura di te stessa ecco che hai incrociato un paio di occhi azzurri. Scherzi del destino, si dice in questi casi.

I particolari li conosci solo tu, chi meglio di te saprebbe scrivere la storia della tua vita…anche se ti lamenti di non avere mai l’ispirazione giusta. Ma ti rendi conto che la tua è solo una scusa come un’altra??

Cara Claudia, il tempo corre veloce. E anche quando ne compirai 50 sarai sempre l’eterna Campanellino, che non dimostra mai gli anni che ha e pensa che raggiungere l’Isola che non c’è sia facile, come era semplice intonare quelle due frasi quando te ne tornavi nella tua Urbino. Ti auguro di conservare quell’entusiasmo inconfondibile di chi sa che compie gli anni nello stesso giorno di Johnny Depp e quegli occhi innamorati che fai quando guardi i tuoi cari film del ’50. Non smettere mai di cantare la tua filastrocca “Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino a Urbino!”.

Auguri.. 🙂

Published in: on 7 giugno 2010 at 23:03  Lascia un commento