Il fattore X

Quello che c’è e c’è stato tra due persone che sono state assieme non è di dominio pubblico. Possono saperlo solo loro. Lo stesso vale per quelle coppie graziate dal tempo: quello che accade tra loro non è dato sapere. Possiamo immaginare o ipotizzare cosa può esserci ma alla fine non c’è supposizione che tenga. Oggi pensavo all’amore tra due ex. O meglio, al fu amore tra due ex amanti. Mi chiedevo: una volta che il destino o la volontà di qualcuno ha messo fine alla loro storia..una volta che è subentrato il fattore Ex…dove va a finire quell’amore?? Che fine fa? Va al ragazzo o alla ragazza che viene dopo? O è qualcosa di diverso? E se è così, quel vecchio sentimento subisce una trasformazione oppure svanisce completamente? I sentimenti sono sempre gli stessi o cambiano a seconda di chi ci troviamo di fronte e che ci piace? Prima di buttarsi in qualche storia bisogna sbollire vecchi rancori e amori oppure è assolutamente normale trasferire quell’amore e quel rancore su qualche altra testa?

Tre bicchieri di vino bianco possono contribuire a formulare domande e forse a dare qualche risposta. Ma le domande prendono sempre il sopravvento. Quanta quantità di amore abbiamo a disposizione? Può esaurirsi? E se sì..quando? Come? In che modo siamo diversi da un ex? E cos’è per noi un amore passato? E cosa si potrebbero mai dire ora due che sono stati assieme?

Queste per me sono tutte incognite. Come il fattore X in matematica. C’è un procedimento ben preciso da seguire affinchè possiamo trovare la soluzione. A volte ci vogliono pochi minuti, altre volte alcune ore. Ma siamo sicuri che esiste sempre un modo per trovare l’identità dell’incognita?

Published in: on 31 agosto 2010 at 15:44  Lascia un commento  

REviews

A volte invidio tanto gli eremiti o coloro che hanno abbracciato la filosofia della solitudine, quelli che si possono permettere di abitare qualche baita sperduta sulle Dolomiti in compagnia soltanto del camino e di qualche vero amico che di tanto in tanto passa a salutarli. Vero perchè di sicuro per venire lì nel nascondiglio introvabile ci tiene a vedere se sei ancora in vita oppure una valanga di neve ti ha coperto finestre e serrande. Ma comunque chi può rintanarsi in uno stile solitario evita una gran bella seccatura e cioè quella di stare sulla bocca degli altri per quello che fa e che dice o per quello che è o che rappresenta. Sparendo dalla circolazione delle idee e dei fatti sparisce anche dalla vita sociale e non è più soggetto a giudizio o a recensioni strampalate firmate da semisconosciuti. Rimane solo il mito. Rimangono tante congetture ed ipotesi, rimangono racconti, dicerìe e invenzioni narrative per donne annoiate, del tipo “Da quella sera non lo videro più” oppure “Forse è all’estero, forse ha cambiato identità, forse è morto”.

Questo è un bellissimo sogno per chi come me ha il Tallone d’Achille dei Giudizi. Io che in quinta Liceo sognai di essere nel bel mezzo del Giudizio Universale con il Padre Eterno nelle vesti di un Gigante e i comuni mortali come scalatori per arrivare alla sua mano. Tanta fatica per essere poi giudicati. Eppure il mio turno non arrivò mai. Mi svegliai prima ancora di essere chiamata, nel momento in cui realizzai che non “volevo essere giudicata, non volevo scalare e non volevo morire”. Di sogni così non ne ho fatti più. Questo è rimasto l’unico esemplare onirico dei miei viaggi notturni. Ma dice tutto sul mio conto.

Le recensioni che più mi creano una specie di orticaria interiore sono quelle fatte da chi non mi conosce. Quelle simil sentenze che la Corte di Sto Cazzo pronuncia o per noia, o per diletto, o per invidia o per cattiveria. Dopo averti squadrato per un’oretta o più, dopo che ha scambiato con te qualche sterile parola, non sapendo nulla di te, eccola lì che emette la sentenza, ma in un’altra sede e con altri interlocutori (che non ti conoscono). Non avete nessun tipo di rapporto, nessun legame, niente in comune se non una persona, quella che vi ha fatto incontrare. Ma come si può in poco tempo mostrare quello che si è! Dipende anche da chi ci troviamo di fronte. Ad esempio, se ho a che fare con uno scaldabagno col tupè o un frigorifero con le calamite incorporate è ovvio che un pò di remore c’è, no? Se chi ci troviamo di fronte è una balena arenata in un caffè qualsiasi di Vitulazio oppure una stupida cornacchia invidiosa che vota il nano (a lui piacciono le magre, oltretutto, e La Suina non lo sa…che potrebbe rimanerci davvero molto male se il Papi le dicesse “Ti regalo un forno crematorio per il tuo compleanno”) il nostro atteggiamento potrebbe deformarsi un pochino e prendere una strada diversa da quella percorsa in genere. E’ naturale. Se sa che scrivi per Il Mattino e la domanda migliore che ti fa è  “Riusciresti a procurarmi un numero del 1963?” è quasi d’obbligo rimanere in silenzio per non sciupare quei momenti catartici.

“Non mi ha fatto una buona impressione!”. E’ ovvio. Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte ad un esperimento della genetica mal riuscito. E poi, lo sa bene la mia amica Betta, noi non facciamo mai simpatia a pelle, forse per la nostra riservatezza o perchè, diciamolo va, ci invidiano un sacco. Ma come dice sempre lei “Queste cose mettono sale alla vita” e per questo che da oggi in poi, come dice un certo Joker (al quale va tutta la mia solidarietà perchè siamo stati separati alla nascita a detta di qualcuno) “ORA VEDO IL LATO BUFFO…ORA SORRIDO SEMPRE!”..e qualche volta dò anche il mio di giudizio, sensato o no che sia, gradevole o no che sia. Perciò la baita solitaria la lascio a Guccini e me ne sto qui in città a godermi la Corte di Sto Cazzo rodere dall’invidia.

Published in: on 30 agosto 2010 at 13:05  Lascia un commento  

10 cose

Di cose belle ce ne sono a bizzeffe, di cose brutte altrettanto, di cose senza sapore anche.  Ma quelle che ci fanno stare bene e provare un pò di felicità sono forse solo dieci, se non di meno, se non di più, se non si ha la pazienza di contarle. Ci penso quando ho l’umore in cantina oppure voglio solo provare a sentirmi meglio, per il semplice gusto di farlo, perchè non è mai abbastanza.

Mi piacciono le distese di girasoli, quei tappeti sconfinati color oro, quei fiori allegri che flirtano con il sole, che non gli staccano gli occhi di dosso. Mi piacciono perchè non si contano le foglie, perchè non cadi nella tentazione di doverli spennare soltanto per sapere se ti ama oppure no. I girasoli sono per chi sa se è amato o no, per chi ama seguire il sole fino al tramonto.

Adoro quando in un film qualcuno scrive con il rossetto rosso sullo specchio. Per lasciare un messaggio d’amore o per dare forma a un pensiero su una superficie che ti conosce bene. Vorrei avere una casa tutta mia per farlo almeno una volta e usare uno chanel come penna su un foglio che è la mia faccia.

Mi piace preparare il caffè verso le 5 del pomeriggio. Mi piace farlo per gli altri, per la mia famiglia, per mia madre. Lo chiamo “il caffè dell’amore” perchè mi ricorda casa, gli affetti, da dove vengo. Pochi lo conoscono e l’hanno provato. Ed è sempre piaciuto.

Amo rivedere all’occorrenza alcuni episodi della serie tv Sex and The City. E’ la mia salvezza. Anche se li conosco a memoria. Mi mettono di buon umore, mi fanno riflettere, mi rincuorano, mi fanno compagnia, mi danno conforto. Sono una specie di medicina per me quando mi sento sola. Guardarli è come avere quattro amiche sempre a disposizione.

L’ immagine di un bel bagno caldo e di una bibita a portata di mano mi ha sempre affascinato. Mi sa di tranquillità e di lusso, nello stesso tempo. Magari solo con qualche candela che illumina la vasca piena di schiuma e profumi. Il bagno caldo allevia l’ansia e gli attacchi di panico…provare per credere.

Mi piace l’atmosfera da partenza. Di mattina, insieme alle persone giuste. Quando non devi lasciare a casa nessuno e quando con te porti l’essenziale. Mi piace l’adrenalina da viaggio, quello che hai sempre sognato.

Mi rilassa rivedere un film per l’ennesima volta. Un film che ho amato, è chiaro. Magari da sola..perchè qualcun’altro lo troverebbe noioso. Ce ne sono un paio che sono una costante nella mia vita. E non ho ben chiaro il motivo.

Mi fa ridere il mio cane. Qualunque cosa faccia. Mi piace che c’è…che esiste…che il giardino è la sua casa, che il cortile sia la sua zona preferita d’estate, la cucina d’inverno, che ha l’angolo notte e giorno, che abbaia a chi non conosce…che si fa spazzolare..

Amo stare sola a casa. Soprattutto d’inverno. Specialmente di mattina. Trascorrere alcune ore in silenzio con il tè caldo e la quiete della solitudine mi rimette in sesto e mi fa essere una persona migliore.

Mi piacciono le parole crociate, i cruciverba. Da fare da sola o con mia madre. Perchè lei è un genio. “Mà facciamo uno schema insieme?”.

Published in: on 25 agosto 2010 at 15:06  Comments (2)