Amarcord

Piove come quel giorno là. Sembrava dormissi su quella specie di lettino che da un pò di tempo sostituiva il tuo divano della pigrizia. Da quando ti era stato sottratto avevi sempre avuto la sensazione di aver perso un caro amico. Piangesti un giorno intero e chissà se, pur non facendolo, provavi ancora tristezza per quel conforto mancato improvvisamente. Non lo davi a vedere perchè ti bastava quello che avevi, quello che ti era rimasto.

Non so perchè ma l’ultima immagine che ho di te mi brucia tanto ancora. Era domenica sera e stava per venire giù il cielo. Per un attimo ci guardammo da lontano. Avevi occhioni enormi e una loro lucentezza pari solo alla mia in quel momento. Era come se sapessi che era l’ultima volta e, forse, lo sapevi anche tu. E’ stato il nostro personale addio.

Da quella mattina non ho scritto più una riga su di te. Ma ho trasformato la casa in un tempio. Ed è strano che quando mi capita di fissarti lì in cornici consolatorie mi nasce un sorriso e non una lacrima. Sarà semplicemente il tuo bel faccino.

C’è un ultimo pezzo di te qui da noi.  Ma anche quell’ultima tessera del tuo puzzle sta per andare via.. Chissà dove!  Spero ti raggiunga, prenda la  strada che porta a te, tra l’erba fresca e i tuoi oggetti di svago. Per ora è qui. Quando se ne andrà…beh farò come te quando sparì il divano.

 

Published in: on 28 febbraio 2011 at 14:57  Lascia un commento