Quelli di qualche tempo fa..

Nostalgici si nasce e io modestamente ‘lo nacqui’. Battute a parte, mi reputo tra le persone più nostalgiche e da magone allo stomaco che esistano al mondo. Come me ce ne saranno a milioni, di quelli che basta una foto. Una foto, una parola, una canzone, un giorno della settimana. Non è semplicemente il desiderio di ritornare a vivere certe cose…è il desiderio di voler ritornare ad essere quelli di qualche tempo fa, con qualche anno ed esperienza in meno.

Ad esempio, a me certe persone fanno ricordare una sola cosa: Urbino. E me lo ricorderanno sempre, anche tra 20 anni. Faranno sempre parte di quel mondo surreale che ho conosciuto qualche anno fa. Quello che suonava la chitarra il giovedì sera, quello che rimase a fissare esterrefatto la lampada a forma di Luna in camera mia, quella che era la mia rivale con il ragazzo dei sogni, quelle che erano le mie sorelle, quello che si ubriacava puntualmente. Urbino ce l’ho dentro e non va più via. Forse avrò attivato anche degli anticorpi per sopravvivere un giorno che deciderò di andarci di nuovo, così per vedere l’effetto che fa.

Leggere di normali riunioni goliardiche di altre persone mi fa tanta tristezza nel cuore. Una volta le facevamo anche noi. Eravamo scanzonati e liberi, giovani e felici, ribelli e canterini. Eravamo tipicamente urbinati anche se nessuno era di quelle parti, tranne uno nato il 24 dicembre (Ciao Giacomino!). Che fine hanno fatto quelle serate là? E noi dove siamo finiti? Siamo qui a scrivere al pc o siamo ancora in quelle stradine del Montefeltro?

Credo che gironzoliamo ancora per quei vicoli, sostiamo ancora in piazza, ci ubriachiamo ancora al Caffè del Sole e in qualsiasi altra parte, balliamo ancora a El Piquero e cantiamo ancora ‘Bella Stronza’. Ho lasciato quella Claudia lì il giorno che l’ho salutata tra i singhiozzi. Mi sono detta “Ma si, rimani qua, che torni a fare con me. Questo è il tuo posto’.

Published in: on 20 luglio 2011 at 23:48  Lascia un commento  
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Sorelle..mai

Ad una sorella minore, se l’avessi, direi queste parole: “Non caricare d’importanza amici, parenti e amanti, carica d’importanza solo te stessa”. Se avessi questa fortuna, probabilmente, non starei qui a rimuginare sulla mia eccessiva sensibilità ma sarei con lei su un volo di 8 ore che ci sta portando lontano. Di sicuro avrei una compagna di viaggi e di confidenze, avrei un’amica che ha lo stesso mio cognome e lo stesso sangue che scorre nelle vene. Se fosse più grande, mi troverei ad inseguire un modello ma, comunque sia, saremmo come Thelma e Louise. Forse lei mi darebbe dei consigli mentre giriamo per le strade della città o mentre siamo in treno per raggiungere il mare. Vivrei di più e penserei di meno, sarei più serena e meno sola.

A quest’ora faremmo progetti. A luglio sulle montagne russe, ad agosto all’estero, a settembre nel Montefeltro. Magariun libro a quattro mani,  una vacanza ai nostri solo per restare sole a casa e far casino, una sbriciolata con la vecchia ricetta della nonna. Suoneremmo “Blowing in the Wind” con la chitarra, berremmo birra o vino all’occorrenza, saremmo soprattutto spontanee e senza riserve.

In macchina potremmo ascoltare Guccini o De Gregori e conoscere a memoria “La locomotiva”.Andremmo ai loro concerti insieme e staremmo sotto al palco a cantare “Rimmel” o “Quattro stracci” proprio come faremmo se fossimo a casa a perder tempo. Andremmo in bici, ci fermeremmo ad un caffè e ordiremmo un tè freddo al limone. Saremmo pienotte entrambi e non ce ne importerebbe. Ci faremmo complimenti a vicenda e sarebbero sinceri.

Mi piace pensarla con me ogni volta che la casa è troppo grande per una sola, quando mi trovo ad uscire in auto e il sedile accanto è vuoto, quando guardo la mia serie televisiva e rido tra me e me. Me la immagino forse alta qualche centimentro più di me, con i capelli mossi e la stessa mia gobbetta sul naso. I capelli potrebbero essere più scuri e forse avrebbe gli occhi verdi.

C’è chi lo trova infantile, chi invece ‘senza speranza’, il mio fantasticar e naufragar nel mare dell’immaginazione, nel figurarmi una sorella che non c’è e che non ci sarà mai. E’ la mia malinconica àncora di salvezza quando mi accorgo che non sto condividendo niente con nessuno, quando non c’è lo scambio di vestiti e scarpe, quando cerchi invano il piacere della sorellanza.

E’ importante avere l’amica o la sorella e trovare tempo per loro perchè come ben si sa ma non si ha mai il coraggio di pensarci..un giorno saremmo tutte vecchiette in viaggio su un pulman.